La soluzione di questioni connesse con l’accertamento della paternità rappresenta una delle più delicate attività di tradizionale pertinenza medico-legale.

Sia nell’era pre-DNA, sia dopo l’avvento delle nuove tecnologie la soluzione al quesito "è padre, non è padre?" comportava e comporta - in certi casi oggi impone - accurate competenze medico-giuridiche, poiché le conseguenze giuridiche di un accertamento affrettato o non accurato possono essere molto gravi.

Sul piano tecnico i continui progressi della biologia molecolare consentono oggi un approccio pratico all’accertamento di paternità o di maternità che nella maggioranza dei casi è in grado di fornire risultati di pratica certezza. È infatti ora possibile con un semplice prelievo di saliva o, anche, di altri materiali biologici, fornire chiari risultati di esclusione oppure di paternità praticamente provata con test di elevatissima informatività ed affidabilità. La grande sensibilità delle metodiche consente poi, ad esempio, di ottenere risultati positivi anche in casi con presunto padre deceduto ricorrendo, ad esempio, all’accertamento genetico su congiunti viventi o su altri materiali (biopsie, preparati istologici, ecc.) certamente appartenuti in vita allo scomparso.

La possibilità di eseguire privatamente un test di paternità deve essere verificata caso per caso alla luce della specifica situazione famigliare: infatti la complessità della materia e le conseguenze giuridiche che un test di paternità comporta, soprattutto quando siano coinvolti soggetti minorenni, richiede spiegazioni approfondite sia prima dell’inizio dell’accertamento sia dopo la sua esecuzione, alla consegna dei risultati, per consentire a chi richiede il test la migliore comprensione delle questioni giuridiche, mediche ed etiche che il test di paternità comporta.

“Il test di paternità è un’attività medico-legale”

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