NON ESCLUSIONE: attribuzione positiva di paternità
Dopo aver verificato che la metà dei tratti genetici analizzati non di derivazione materna è compatibile con quelli del padre in questione (vedi figura 1), inizia la seconda fase dell'accertamento.

Paternità positiva

Si tratta ora di valutare se la osservata compatibilità sia casuale oppure effettivamente dovuta a relazione biologica di paternità.
Viene perciò eseguito un calcolo statistico che impiega i valori di frequenza nella popolazione di riferimento (italiana, francese, tedesca, ecc., oppure caucasica, asiatica, africana…) dei frammenti di DNA rilevati in comune tra probando padre e figlio.

La probabilità finale di paternità dipende sia dal numero di tratti di DNA analizzati e rilevati in comune tra padre e figlio, sia dalla frequenza nella popolazione di tali tratti: la frequenza cumulativa non potrà mai raggiungere il valore del 100% matematico ma valori estremamente significativi del 99,99% ed oltre.

Nell'accertamento di paternità il valore del 100% matematico non solo non è necessario, ma non è mai, in nessun modo raggiungibile: è infatti accettato dalla giurisprudenza italiana che la paternità è da considerarsi come "praticamente certa" quando la probabilità di paternità supera il valore del 99,8%.

In altri Paesi, ad esempio, i valori oltre i quali viene dichiarata la paternità possono essere diversi. Alcune Corti statunitensi, infatti, accettano come significativi valori di paternità inferiori, come il 99% o il 99,5%.

Oggi, in casi non complessi, vengono normalmente raggiunti e (talvolta di molto) superati valori del 99,99% che rendono certa la relazione di paternità.

alvolta, in casi particolari, come nella ricostruzione dell'assetto genetico di un presunto padre scomparso, o nella tipizzazione di campioni biologici particolari (ossa, tessuti inclusi in paraffina, denti, ecc.) la probabilità di paternità può non essere di grado così elevato come quella ottenuta a seguito di analisi su materiale fresco. Un grado elevato di probabilità è infatti anche in funzione del numero di porzioni genetiche (loci) che è possibile analizzare, che a sua volta dipende dallo stato di conservazione del DNA: DNA degradato o scarso significa minori possibilità di successo del test, con valori di probabilità più bassi.

ESCLUSIONE DI PATERNITA'
Quando anche due soli tratti di DNA risultano diversi tra padre e figlio si configura una esclusione di paternità (vedi figura 2).

Esclusione di paternità

Una sola esclusione, ossia un sola incompatibilità tra un tratto del DNA analizzato del figlio e quello del presunto padre, invece, potrebbe derivare da un fenomeno chiamato mutazione genetica, evento assai raro che è stato calcolato potersi verificare, per i marcatori genetici attualmente in uso, mediamente, con la probabilità di 3 su 1000.

La possibilità che si verifichino 2 mutazioni nel DNA di una stessa coppia presunto padre-figlio, con i sistemi oggi in uso, è data dunque da 3/1.000 x 3/1.000 = circa 1/100.000.

La probabilità che 3 incompatibilità genetiche siano dovute a 3 diverse mutazioni sarà quindi circa 1/37.000.000. Pertanto, il rilievo di 3 o più incompatibilità rende certa l'esclusione di paternità.

 

"99,99% (e oltre) oppure esclusione.
Questo il risultato del test di paternità"

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